Vogliamo condividere con voi questa lettera scritta da Felicia Lione, una scrittrice, ma prima di tutto una mamma. Il suo discorso non è certo un invito al non impegno scolastico, ma un incentivo a vivere tutto quello che sta accadendo con l'atteggiamento interiore di chi, nella speranza, sa di dover trovare un nuovo modo di rinascere, di reinventare la vita con le sue abitudini. Occupiamo la giornata con i compiti, con passatempi, con lettura, televisione e ogni cosa si possa fare da casa. Ma non perdiamo l'occasione che ci viene offerta di ritagliarci un po' di tempo interiore, per riflettere e riscoprire una dimensione più nuova e nostra, che la velocità della routine spesso mette in secondo piano. Un'impresa difficile per tutti, ma che sicuramente lascerà in tutti noi un grande insegnamento.
"In questi giorni di
isolamento, in cui siamo costretti a rimanere a casa, non mi preoccupo se i
miei figli non svolgono i compiti assegnati, non mi importa della scuola.
Non mi affanno a
scaricare loro le schede online, le letture, i ripassi, l’elenco delle
operazioni.
Non aspetto che gli
insegnanti si attivino in lezioni a distanza, mi è indifferente, anche se
quest’anno i programmi scolastici probabilmente si fermeranno a febbraio.
Non mi rammarico di
quanto i miei figli possano rimanere indietro.
Indietro a che
cosa?
È un tempo questo che gli insegnerà altro, ciò che non troveranno in nessun
libro.
Impareranno a
confrontarsi con la vita, quella vera.
A seguire l’unico
programma che non è mai lo stesso, che è pieno di fatti imprevedibili, di
interrogazioni che ci trovano impreparati, di lezioni nuove.
Impareranno il
rispetto di se stessi e degli altri, che significa adattarsi a nuove regole e
rimanere a casa.
A gioire del calore e della vicinanza delle persone care, perché per molti,
ora, anche questo non è scontato.
Impareranno ad
adattarsi a queste ore dilatate, a confrontarsi con la noia, che riempiranno
delle loro riflessioni.
Sapranno che c’è
chi è solo, davvero, e questa solitudine si aggiunge a quella che ha da tempo
nel cuore.
Sapranno di chi non ha una casa, un posto in cui sentirsi al sicuro.
Impareranno a
godere del silenzio di queste stanze, che è solo quiete, tanto lontano dal
silenzio di angoscia di una stanza d’ospedale.
Impareranno ad
apprezzare quello che hanno, ora che non ci sono nuovi giochi o vestiti e cose
nuove da comprare.
Impareranno ad
accontentarsi di mangiare quello che c’è, per non sprecare, perché bisogna
uscire poco, perché c’è chi neanche ha la forza di andare a fare la spesa e non
ha nessuno da chiamare.
Impareranno a farsi
crescere dentro la forza di dire “andrà tutto bene”, quando tutto nel mondo
sembra gridare il contrario.
Impareranno a farsi
adulti, ad accogliere una maturità che non viene dallo svolgere bene le
operazioni, da come si scrive, come si legge, come si pronuncia o si riassume.
A studiare una
lezione che dice che la vita, a volte, si blocca, si rivolta su se stessa e non
ha più nome.
Impareranno a
capire che c’è un momento per fermarsi, prendere il respiro, raccogliere le
forze, e soffiare sulla speranza, forte, come sui denti di leone."
Felicia Lione - Ai miei figli e a
tutti i bambini. Ai loro denti di leone.
Ci piacerebbe conoscere le vostre impressioni su queste parole, ma anche sapere come organizzate le vostre giornate e quali emozioni vivono nel vostro cuore in questi giorni.