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venerdì 20 marzo 2020

21 marzo - GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA



La Giornata Mondiale della Poesia è stata istituita dall'Unesco nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo seguente. La data, che segna anche il primo giorno di primavera, riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturale, della diversità linguistica, della comunicazione e della pace.

Forma letteraria antichissima, la poesia ha la capacità di assumere strutture profondamente diverse, ma di racchiudere in sé la profondità e il mistero del riuscire a dire senza spiegare, nell'arte preziosa del sentire interiore.
Numerosissimi poeti hanno scritto versi memorabili, colorati d'amore, da dolore, da eventi, da interessi, ma alcuni anche dedicati alla poesia in sé.

Tra le tante, abbiamo scelto per voi le parole di Pablo Neruda


Accadde in quell'età... La poesia
venne a cercarmi. Non so da dove
sia uscita, da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.



Non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all'improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
ombra ferita,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l'universo.



Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell'abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.


Come antidoto e talismano per questo periodo così difficile da vivere, vi proponiamo tre tipologie molto diverse tra loro, ma tutte significative.




E la gente rimase a casa
E lesse libri e ascoltò
E si riposò e fece esercizi
E fece arte e giocò
E imparò nuovi modi di essere
E si fermò

E ascoltò più in profondità
Qualcuno meditava
Qualcuno pregava
Qualcuno ballava
Qualcuno incontrò la propria ombra
E la gente cominciò a pensare in modo differente

E la gente guarì.
E nell’assenza di gente che viveva
In modi ignoranti
Pericolosi
Senza senso e senza cuore,
Anche la terra cominciò a guarire

E quando il pericolo finì
E la gente si ritrovò
Si addolorarono per i morti
E fecero nuove scelte
E sognarono nuove visioni
E crearono nuovi modi di vivere
E guarirono completamente la terra
Così come erano guariti loro.
Iza’s story”, di Grace Ramsay, 1869






Poco prima della sospensione delle lezioni le classi seconde si erano cimentate nell'arte poetica con l'avvio del progetto LO SGUARDO DEL POETA.


Ci farebbe piacere raccogliere qui i vostri versi o quelli che magari avete scritto in questi anni o in questi giorni così sospesi tra le mura di casa e le emozioni che vi animano.


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