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giovedì 26 gennaio 2023

GIUBIANA



L'ultimo giovedì di gennaio, nella piazza principale di Cantù, vengono accesi fasci di legna e paglia per bruciare il fantoccio della Giubiana.

Secondo la tradizione, la Giubiana ha le sembianze di una donna giovane e bellissima. Nell'edizione documentata ha capelli castani legati in parte in due trecce, incarnato pallido, rossetto e smalto rossi. L'abito è povero e rattoppato. Nei giorni che precedono la festa, il fantoccio della Giubiana viene esposto in una vetrina di via Dante, vicino a piazza Garibaldi. Proprio da questo punto, poco prima delle 21, si muove il corteo. Il fantoccio viene caricato su un carro di legno trascinato a mano e scortato dal corteo in costume: in testa al corteo un gruppo di suonatori di tamburo, seguito da frati e armigeri incappucciati e nerovestiti e dai cortigiani. 


La marcia è lenta, al ritmo dei tamburi che preannunciano l'esecuzione capitale. Il passaggio del boia, vestito con un saio nero e un cappuccio appuntito che lascia spazio solo per gli occhi, precede l'arrivo della condannata a morte. Marcia lentamente, accompagnato dai rintocchi lugubri di una campanella, con in mano un'ascia e disegnato sull'abito un teschio bianco. Accanto a lui altre due figure incappucciate, una delle quali porta una spessa corda. Il carro della Giubiana viene trasportato da un gruppo di armigeri. Chiude il corteo un gruppo folkloristico di suonatori di flauto di Pan, I Fregamüsun.


Durante il corteo, che percorre le strade adiacenti a piazza Garibaldi, viene data lettura della pubblica condanna. Al centro della piazza, dove si trova il municipio, è predisposta la catasta per il rogo, alta tre, quattro metri e perfettamente conica. All'arrivo del corteo, il fantoccio della Giubiana viene collocato con una scala in cima alla catasta e viene inserita una torcia all'interno del cono di fascine. Altri gruppi di persone danno fuoco, con altre torce, alla massa di ramaglie poste alla base della catasta, che presa dai nidi di fuoco e dalle fiamme comincia ad ardere. Dalle faville, dal fuoco e dall'andamento delle fiamme si intravedono e si leggono i segni di buono o cattivo auspicio.


Mentre si attenua il rogo del fantoccio, l'attenzione dei partecipanti si sposta verso i fuochi d'artificio, che creano nel contesto della piazza altri giochi di luce e di colore. Al rogo segue una cena a base di risotto con salsiccia, la lügànega, e vin brülé. Il piatto, che viene distribuito da uno degli stand che circondano la piazza, viene preparato anche nelle trattorie e nei locali vicini, dove la festa continua oltre i bagliori del falò. Numerose bancarelle, che vendono diverse tipologie di prodotti, delimitano il perimetro di piazza Garibaldi.



NOTIZIE STORICO-CRITICHE

La festa della Giubiana di Cantù è legata alla rievocazione di un presunto fatto storico: la leggenda vuole che la Giubiana rappresenti la figura di una giovane castellana, colpevole di aver tradito la città, forse nella guerra tra milanesi e comaschi del XII secolo. Cantù, alleata a Milano contro la città lariana, subì una dura sconfitta. Alla fine però la guerra fu vinta dai milanesi, che conquistarono Como e decretarono, secondo la leggenda, la condanna al rogo della giovane traditrice che, ogni anno, viene simbolicamente immolata per ricordare l'evento.





LA NOSTRA GIUBIANA

Le classi prime e seconde della primaria hanno approfondito la leggenda della Giubiana grazie a un laboratorio di illustrazione guidato da Chiara Civati, autrice del libro LA LEGGENDA DELLA GIUBIANA. Un viaggio alla scoperta della tradizione, ma anche dei segreti dell'illustrazione, fino a dare spazio alla creatività di ogni bambino nel rappresentare la propria Giubiana.

Ecco alcuni scatti dell'iniziativa nelle classi interessate.

RODARI







BACHELET


DEGANO












MIRABELLO













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