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domenica 9 febbraio 2020

10 febbraio - GIORNO DEL RICORDO



Il GIORNO DEL RICORDO è stato istituito per non dimenticare i massacri delle foibe: gli eccidi ai danni di militari e civili, in larga prevalenza italiani provenienti dalla Venezia Giulia, Quarnaro e Dalmazia, durante la seconda guerra mondiale, da parte dei partigiani jugoslavi.
 Il nome deriva dalle grandi depressioni carsiche dove furono gettati molti dei corpi delle vittime.


"Una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato così le vittime delle Foibe in occasione della giornata di commemorazione.
“Il ‘giorno del ricordo’, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, contribuisce – continua il Capo dello Stato – a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi.


 Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo. Quest’ultima scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole. La persecuzione, gli eccidi efferati di massa – culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe – l’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell’Europa”.
 E a chi insiste nel negare quella parte della storia, il presidente della Repubblica si rivolge parlando del pericolo dell’indifferenza. E, continua, “l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza.
Esse restano un monito perenne contro le ideologie e i regimi totalitari che, in nome della superiorità dello Stato, del partito o di un presunto e malinteso ideale, opprimono i cittadini, schiacciano le minoranze e negano i diritti fondamentali della persona. E ci rafforzano nei nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e di promuovere la pace e la collaborazione internazionale, che si fondano sul dialogo tra gli Stati e l’amicizia tra i popoli. ”


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